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La Vendemmia

LA VENDEMMIA
Ricordi e profumi di un tempo

Della vendemmia ho dei bellissimi ricordi tatuati ancora negli occhi. Un vero e proprio rituale ancestrale pregno di colori e buoni odori, sudore e piedi nudi, forbici, scale, carriole e tinozze straripanti di grappoli, acini solitari e rivoluzionari, ostinati e contrari, pelle sporca di mosto e succo “divino”. Ricordo gli odori dell’infanzia, tra i “capasoni” e le damigiane, la coda nostalgica di ogni estate, la terra rossa gravida di sogni, i meravigliosi trulli di mia nonna, le mie ginocchia sbucciate e le rose decapitate dai palloni di cuoio impazziti calciati da me, da mio fratello e dai miei cugini mentre i “grandi” erano intenti a tagliare, raccogliere, svuotare, pigiare, torchiare e lasciar fermentare. Ricordo la genuinità di un tempo, la leggerezza, le risate, la fatica, la soddisfazione e la speranza di una buona annata. Di certi ricordi resta sempre un buon profumo, intenso e romantico.

(Valle d’Itria, Puglia)

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